nel-regno-della-sibilla

Nel “Regno della Sibilla”: natura, arte e spiritualità lungo il grande anello dei Sibillini

di Maurizio Cinelli

La catena dei monti Sibillini segna i confini meridionali di Marche e Umbria, al centro dell’omonimo parco nazionale: un gioiello della natura, carico di leggende, che si divide equanimemente tra le due regioni, ma che, nel dividersi tra esse, di quelle regioni manifesta e rinsalda la sostanziale unicità per magia di ambienti naturali, ma anche per coagulo di storia, spiritualità, tradizioni.

Quasi al centro della catena è la montagna eponima: la Sibilla con il suo carico di storia e leggende. Le acque che sgorgano dalle viscere della catena scelgono subito destini e mari diversi, alcune dirigendosi ad est, altre ad ovest. Disseminati lungo le pendici di entrambi i versanti, come gemme di un’unica avvolgente collana, si incastonano centri abitati e monumenti di grande suggestione.

Per il “viaggio” annuale de’ “Le Cento Città” che, per tradizione, esce dai confini regionali, questa volta è stata prescelta una “due giorni” da dedicare al periplo della parte più recondita e splendente di questo affascinante territorio, già “regno della Sibilla”, con itinerari che solo in parte escono dall’ambito dei confini delle Marche, ma che, anche quando si snodano nel territorio che le regole di partizione politico amministrativa assegnano all’Umbria, rendono palese e tangibile la sostanziale unità culturale e morale dell’intero “regno”.

L’itinerario ha preso avvio, di prima mattina, da Visso, città di impianto medioevale e di suggestiva bellezza, a circa seicento metri di altitudine, già umbra, marchigiana soltanto a partire dall’unità d’Italia, dove storia, arte, architettura civile e religiosa si coniugano in un eccezionale ambiente naturale, ricco di vegetazione e acque, quelle del Nera e dell’Ussita, che confluiscono proprio nell’abitato. La visita, magistralmente guidata da specialista del luogo, si è snodata attraverso il quartiere medioevale e le due piazze comunicanti, sulle quali prospettano gli edifici principali: la chiesa di Sant’Agostino, il palazzo dei Priori, il palazzo dei Governatori, la Collegiata di Santa Maria, con i suoi affreschi di artisti locali, di varia datazione.

Famosa è la disputa avvenuta a metà del 1500 tra Visso e Norcia per il possesso di parte del territorio circostante, vinta dal popolo vissano e celebrata dal poemetto pastorale “La battaglia del Pian Perduto”.

Da Visso, muovendo verso il cuore stesso dei Sibillini, la comitiva si è spostata in territorio di Castelsantangelo sul Nera, dove ha potuto accedere, per particolare concessione dell’Amministrazione della struttura, all’impressivo impianto sotterraneo, deputato alla captazione delle acque del Nera, utilizzate per alimentare gli impianti idrici dei territori della provincia di Macerata e non solo, destinate le restanti acque agli impianti di troticoltura della valle, prima di avviarsi, superata la Valnerina, alla confluenza del Tevere.

Dopo il pranzo, nella suggestiva località di Gualdo di Castelsantangelo, a sua volta preceduto dal brindisi di benvenuto offerto, nella loro casa del luogo, dai coniugi Martella-Cingolani, la comitiva si è trasferita a Castelluccio, la gemma centrale e specialissima del Parco che, con i suoi 1450 metri di altitudine, si erge sull’omonima piana (o Pian grande); una piana famosa per la fioritura delle lenticchie, ai piedi del monte che, con i suoi 2500 metri circa, sovrasta e traina dietro di sé tutta la catena, e per questo è chiamato Vettore.

Da Castelluccio, attraverso Pian grande con il suo inghiottitoio, e scavallato il passo di forche Canepine, la comitiva si è trasferita a Norcia in tempo per poter partecipare allo “struscio” serale in corso Sertorio, prima di ritrovarsi nel prestigioso ristorante gastronomico “Vespasia” per la cena.

Norcia, dopo il riposo notturno, si è presentata ai partecipanti in tutto il suo splendore, reso ancor più rutilante dalla tradizionale infiorata del Corpus Domini.

Dopo la visita nella Chiesa di San Benedetto, significativa espressione di architettura gotica del periodo a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, e all’omonima piazza, sulla quale si affacciano l’elegante palazzo comunale con portico duecentesco, la Cattedrale del 1700 e la Rocca, nota come Castellina, eretta dal Vignola a metà del 1500, la comitiva è ripartita alla volta della Valcastoriana, la valle, ricca di testimonianze benedettine, che, costeggiano il lato ovest del complesso montuoso all’interno del quale si trova la Piana di Castelluccio, conduce a Preci e da lì alla Valnerina. E’ stato possibile, così, ammirare edifici religiosi carichi di storia e di pregi artistici, quanto poco conosciuti, come la chiesa della Madonna bianca, in località forca di Ancarano, la chiesa di San Salvatore a Campi, le chiese di Sant’Andrea e di Santa Maria della piazza in Campi vecchio, l’Abbazia di Sant’Eutizio.

Dopo il pranzo nel pittoresco ristorante situato in prossimità dell’Abbazia, e la successiva visita all’edificio religioso e al relativo museo dove spicca una interessante collezione di antichi ferri chirurgici, l’ultima tappa è stata Preci, città posta all’estremo nord della Valnerina, alla confluenza con la Valcastoriana, già zona di insediamenti monastici (come il toponimo, forse derivante da “preces”, parrebbe indicare), sviluppatasi particolarmente nel secolo XVI, in coincidenza con la fioritura della Scuola chirurgica. Le varie famiglie di medici preciani che hanno dato vita, continuità e prestigio a quella Scuola, hanno anche contribuito a dare alla città, con i loro palazzi gentilizi, una nota di particolare, signorile decoro, che tuttora suggestiona.

Con la visita al museo della chirurgia preciana l’itinerario culturale si è concluso, per dar luogo all’ultimo atto del programma: risalita la Valnerina, doppiato Visso, e imboccata la Val di Chienti, la comitiva ha deviato verso il “poggio delle armonie”, sovrastante Pievebovigliana, dove, presso una deliziosa e panoramicissima country house, è stato possibile celebrare, con generale trasporto e in grande allegria, al calar del sole e oltre, il rito della convivialità e del commiato.

APPROFONDIMENTI

La Sibilla tra storia e mito di Alberto Pellegrino

La battaglia di Pian Perduto di Alberto Pellegrino

L’opera di captazione delle acque del Nera di Corrado Paolucci

Il monachesimo del primo Millennio tra Marche e Umbria di Marco Belogi

Sulle tracce di San Benedetto in Valcastoriana di Maurizio Cinelli

Share This:

Posted in Sibillini.