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FRESCHI DI STAMPA

a cura di Maurizio Cinelli

A Macerata, presso la Biblioteca Mozzi Borgetti, si è svolta il 19 marzo 2016 la manifestazione dell’Associazione  Le Cento Città, Freschi di stampa,  dedicata a segnalare le opere più significative tra quelle di Autori ed  Editori marchigiani, apparse nell’ultimo anno.

L’incontro, giunto alla sua settima consecutiva edizione, è stato come sempre organizzato da Maurizio Cinelli, di cui presentiamo l’Introduzione.

Introduzione

Un cordiale benvenuto a nome di tutta l’Associazione. Ma anche desiderio vivo di esternare subito quanto la presente manifestazione, giunta alla settima edizione, sia, per tutti noi delle “Cento Città”, fonte di particolare coinvolgimento emotivo.

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Marco Belogi presenta il libro: Le Marche sugli scudi. Atlante storico degli stemmi comunali

Innanzitutto, l’emozione e la soddisfazione proprie del momento conclusivo di una ricerca: quella diretta a individuare le opere che, a nostro avviso, più di altre nel periodo preso in considerazione (il 2015), possono essere considerate rappresentative della cultura e dell’ingegno della nostra Regione. Ma anche momento conclusivo di una ricerca ambiziosa, perché attenta a non cedere alle lusinghe del “localismo”; una ricerca, dunque, che, pur muovendo necessariamente dal particolare, è impegnata a trascenderlo, nell’intendimento di realizzare un’operazione di promozione culturale a tutto campo.

Il coinvolgimento emotivo, ancora, che dà la possibilità di compartecipare – a tutti Voi presenti – il frutto del risultato, attraverso le parole di personalità eminenti della cultura regionale che si sono rese disponibili a presentare, ciascuno, una delle opere selezionate: un servizio che “Le Cento Città” offre con orgoglio alla società civile, e, in particolare, alla cittadinanza di Macerata.

Una cittadinanza, quest’ultima, che ormai da alcuni anni, come bene ha ricordato il nostro Presidente, ci gratifica della sua attenzione, partecipando con particolare fervore ad un’iniziativa che tende ormai a farsi “tradizione”.

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Vincenzo Abbasciano presenta il libro: L’Architettura del Rinascimento nelle Marche

E’ ora di passare ai libri. Ma prima vi è il rito doveroso e gradito dei ringraziamenti: a tutti Voi per essere presenti; uno particolare alle Autorità che ci onorano con la loro presenza, ma anche a quelle che, pur non avendo potuto essere presenti, ci hanno fatto pervenire il loro saluto, con l’augurio di buon lavoro: e quindi al Sindaco di Macerata, avv. Romano Carancini, e alla dott.ssa Stefania Monteverde, Assessore alla cultura; al dott. Daniele Salvi, Capo gabinetto della presidenza regionale; alla dott.ssa Alessandra Sfrappini che ci ospita, quale Direttrice di questa augusta biblioteca.

Un “filo rosso” lega le opere che vi saranno fra poco presentate; per dirla nella maniera più breve possibile, il “filo rosso” è l’ambiente antropizzato, considerato nella sua sedimentazione storica: dunque, nelle sue costruzioni materiali, civili e monumentali, ma anche nei suoi simboli, retaggio di eventi storici e tradizioni. Le elenco brevemente.

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L’architettura del Rinascimento

In primis, va menzionato L’architettura del Rinascimento, studio curato da Maria Luisa Polichetti, con la collaborazione di altri valenti studiosi (Arbizzoni, Compagnucci, Falaschi, Miotto, Moroni): è un’opera che illustra magistralmente come, e quanto profondamente, sia cambiato il volto stesso delle nostra Regione a cavallo tra il 1400 e il 1500, quell’epoca luminosa propria di Umanesimo e Rinascimento. Il compito di presentatore è stato assunto da Vincenzo Abbasciano.

Mauro Carassai è l’autore della seconda opera, Le Marche sugli scudi. Atlante storico degli stemmi comunali, frutto di una ricerca storica, accompagnata da un ricco corredo iconografico, degli stemmi dei comuni marchigiani: un “atlante” che è, nel contempo, una sinossi di storia regionale. La presentazione sarà curata da Marco Belogi.

Le due opere, rispettivamente, di Silvia Vespasiani Città stagionali. Rigenerazione urbana oltre il turismo e di Maria Bocci Paesaggi creativi. Paesaggi, economia, cultura e società nelle Marche sono complementari e verranno presentate unitariamente da Carlo Pongetti: un’occasione per riflettere sulla “città” come fulcro del futuro, come luogo dove più si concentrano i problemi, ma anche dove nascono le opportunità di inventare soluzioni; un’occasione, nel contempo, per riflettere sulla tutela dell’ambiente, un’esigenza garantita a livello costituzionale e specchio della stessa fondamentale tutela della persona umana.

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Obiettivo sul fronte. Carlo Balelli e le squadre fotografiche militari nella «Grande guerra

Non è legato dal medesimo “filo rosso”, invece, il libro curato dalla Fondazione Balelli, Obiettivo sul fronte. Carlo Balelli e le squadre fotografiche militari nella «Grande guerra, olorosamente quanto profondamente segnato la storia del novecento, l’opera si segnala anche nell’ambito della storia della fotografia; la presenterà Alberto Pellegrino.

A partire da questa edizione di Freschi di stampa vi è poi una novità che, nelle intenzioni, è destinata a proseguire: una “finestra” sull’Editoria.

L’idea (il progetto) è quello di cogliere l’occasione per approfondire l’attenzione su questa fondamentale e fascinosa attività, portando il focus, come avverrà oggi, a turno, sui vari editori di prestigio della nostra Regione. In questa prima occasione sarà presentata – ancora da Alberto Pellegrino – una giovane (per età, ma, sopratutto, per oggetto elettivo di attenzione) casa editrice di Tolentino: Rrose Sélavy. L’“attenzione” per l’Editoria regionale, d’altra parte, da parte di “Cento Città”, è manifesta in concreto già nella scelta delle opera selezionate, che, infatti, sono tutte (tranne una) di valorosi editori marchigiani: “Il lavoro editoriale” di Ancona, “Andrea Livi editore” di Fermo, “Italic” di Ancona.

È questo il momento di passare la parola, senza altri indugi, ai presentatori dei volumi selezionati per la odierna rassegna.

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Le Marche sugli scudi. Atlante storico degli stemmi comunali

Poiché, tuttavia, ogni selezione è sempre difficile e inevitabilmente lascia dietro di sé una dose di amaro per le inevitabili esclusioni, mi sento di dover rubare ancora qualche istante per menzionare alcune, almeno, delle opere che sono state scrutinate, senza poter rientrare, però, nel numero – invero, assai ristretto, per le tante ragioni che tutti possono intuire – delle opere selezionate.

Visto che giochiamo “in casa”, parto da due opere di soci.

La prima è quella di Giacomo Vettori, I pensieri dell’acqua, un taccuino che raccoglie ricordi e riflessioni, intervallati e, talvolta, ispirati da pensieri, riflessioni, aforismi tratti da opere celebri. Il medium dell’ispirazione è l’acqua: l’acqua che accoglie e concilia la meditazione; e il libro è anch’esso legato, in qualche modo, al nostro territorio, perché l’acqua, e dunque il medium per le occasioni di riflessione e meditazione, è quella che Giacomo Vettori, con risalente passione, ha solcato e solca tuttora nelle sue frequenti nuotate nell’amato Porto Novo.

La seconda opera è quella di Marco Belogi, Lavinia Della Rovere, che ripercorre la vicenda storica e umana della nobildonna, nata a Pesaro nella seconda metà del cinquecento, sorella dell’ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II, cresciuta nel raffinato ambiente culturale della corte di Urbino, appassionata di arte e di poesia (a lei Torquato Tasso dedicò alcuni versi), la cui lunga e travagliata vita è stata scandita da contrasti familiari, soprusi e violenze psicologiche: un marito inetto e dissipatore e un fratello dispotico e crudele, stranamente, proprio quel Francesco Maria II, ultimo duca di Urbino, che, per altri versi, ha tramandato alla storia una buona immagine di sé; di fatto una reclusione lunga ventitré anni, fino alla morte, nel palazzo ducale di Montebello, piccolo, isolato e malinconico borgo sulla riva destra del Metauro.

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Città stagionali. Rigenerazione urbana oltre il turismo

Vi sono poi due altri due volumi che non posso fare a meno di segnalare.

Il libro curato da Gianni Volpe, La basilica cattedrale di Fano, è opera che chiude una bella serie di studi e ricerche, culminati in altrettante pubblicazioni sulle principali chiese della città di Fano, espressioni eminenti della storia e dell’arte cittadine, oltreché espressione della fede, e raccoglie contributi dei massimi esperti della Basilica, presso la quale si trovano, come ben sa chi ha avuto l’opportunità e la buona sorte di visitarla, dipinti importanti, dal romanico al settecento, tra i quali quelli del Domenichino, di Ludovico Carracci, di Sebastiano Ceccarini.

A Gianfranco Pasquali e Mariella Troscè si deve l’opera Fortificazioni, mura, porte, torri della città di Macerata, dedicata a vicenda che, con il coinvolgimento di varie discipline (quali l’architettura, l’arte, l’economia e la geografia, secondo insegnamenti che idealmente si richiamano alla lezione fornita dalle francesi Annales), rappresentano, nella sostanza, una storia di Macerata dal medioevo al periodo napoleonico, vista attraverso lo sviluppo della cerchia muraria: una storia sicuramente di edifici, idealmente ricostruiti attraverso documenti e disegni originali, ma anche di uomini e donne che hanno abitato dentro quelle mura.

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Paesaggi creativi. Paesaggi, economia, cultura e società nelle Marche

Chiudo con un accenno non a un libro, ma a una Rivista, che avrebbe anch’essa ben potuto figurare tra le opere da presentare nella presente occasione: Marca / Marche. Rivista di storia regionale. Gli ultimi due fascicoli dell’anno sono dedicati, il primo (fascicolo 4) all’Appennino, quella linea continua e armonica di monti che solo apparentemente dividono i territori regionali, ma che, al contrario, specialmente oggi, e specialmente per il versante umbro marchigiano, appare porsi come sede elettiva per un “rinascimento” che abbraccia e accomuna entrambi i versanti, e che, per molti versi, meriterebbe di essere presa in considerazione anche per la sue potenzialità diffusive; il secondo (fascicolo 5) è sull’Adriatico, mare che, come sappiamo, dopo gli accordi di Yalta, spartitori del mondo, nei fatti è stato fatto parte di quella cortina di ferro che divise l’Europa occidentale filoamericana da quella orientale filosovietica, ma che, in un rivolgimento profondo, ambisce a rappresentare, oggi, come ben sappiamo, elemento di congiunzione e sviluppo di una macro regione del contesto europeo.

 

 

APPROFONDIMENTI

Vincenzo Abbasciano su “L’architettura del Rinascimento nelle Marche” di Maria Luisa Polichetti

Alberto Pellegrino su “Obiettivo sul fronte, Carlo Balelli e le squadre fotografiche nella Grande Guerra” a cura di Emanuela Balelli

Marco Belogi su “Le Marche sugli scudi. Atlante storico degli stemmi comunali”, di Mauro Carassai

Alberto Pellegrino su Roose Sélavi, editore in Tolentino

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