di Alberto Pellegrino
Nel 2012 nasce a Tolentino, su iniziativa di Massimo Di Nardo, la casa editrice Roose Sélavy in omaggio di Marcel Duchamp, il grande arista francese che nel 1921 si fece fotografare da Man Ray (altro straordinario fotografo) in abiti femminili e con questo titolo che l’anagramma fonetico di Eros c’est la vie. E’ evidente che l’iniziativa nasce nel segno dell’innovazione e dell’amore verso il libro e verso i lettori che vengono scelti dai sette anni in su. S’inizia con Rrose, una rivista trimestrale sulla creatività, molto bella graficamente ma molto complicata da fare. Poi si parte con questa collana di libri illustrati intitolata Il Quaderno quadrone. Il primo volume, intitolato Che mestieri fantastici, contiene una introduzione di Stefano Bartezzaghi, due racconti di Massimo Di Nardo (Il riparatore di nuvole, Il cercatore di parole) con i meravigliosi disegni di Tullio Pericoli, straordinario costruttore di affascinanti paesaggi, di nuvole e di fantastiche biblioteche. Si vendono duemila copie, per cui segue il secondo volume Il topo sognatore e altri animali di paese con introduzione di Massimo Di Nardo, i racconti di Franco Arminio e i poetici disegni di Simone Massi (a fianco del topo sognatore troviamo, il cane ottimista e il cane pessimista, la capra vanitosa, la faina migrante, la formica svogliata, la gallina contestatrice, il gatto snob, La mosca pessimista, la vacca sedentaria, la volpe solitaria). Si registra ancora un successo per cui seguiranno altri quattro volumi: Pupa con introduzione di Lidia Ravera, testo di Loredana Lipparini e illustrazioni di Paolo D’Altan; Cosa c’è là dentro? Cosa c’è là fuori?, con il testo di Bruno Tognolini e i disegni ancora D’Altan; Piccola fiaba un po’ da ridere e un po’ da piangere di Antonio Moresco, illustrazioni di Gianluca Folì e introduzione di Sandra Patrignani.
A questo punto arriva il Premio Andersen 2014 per l’editoria e cominciano a comparire le recensioni sui giornali nazionali e gli editori acquistano sempre più la consapevolezza di fare facendo qualcosa d’importante per essere una piccola “azienda” che si muove senza pubblicità e senza partecipare alle Fiere internazionali. Ci si muove allora sui social network, il passaparola, i rapporti diretti con librerie e biblioteche, la presenza in alcuni festival alternativi o nel Salone del libro di Torino, rimando fedeli alla filosofia della casa editrice sintetizzata così da Massimo Di Nardo: “Un’idea di libertà professionale (anche se poi è solo un’idea, però bella), un’idea di creatività, un’idea di utilità (vale per tutte le professioni “legali”). Non ci piace finalizzare un progetto esclusivamente alla vendita. “Il denaro non è tutto”, si dice, e qualcuno aggiunge “in effetti ne manca sempre un po’”.
Quindi non ci si ferma anzi si alza il tiro per quanto riguarda la qualità. Roberto Piumini, illustre autore di libri per ragazzi, scrive la fiaba Re Micio (introduzione di beatrice Masini e disegni di Folì). Nel 2015 è la volta di Carlo Lucarelli, uno dei maggiori esponenti della letteratura poliziesca italiana, che scrive Thomas e le gemelle, ovvero la strana faccenda del mostro con gli occhi di luce gialla, storia di piccoli investigatori (le gemelline hanno solo tre anni) che in un universo urbano scoprono una brutta storia di mafia e di rifiuti pericolosi; l’introduzione è di Grazia Verasani; nota giallista bolognese; le belle illustrazioni sono del marchigiano Mauro Cicarè, affermato autore di storie a fumetti.
Nel giugno 2015 arriva l’ultimo prodotto della casa Giacomo il signor bambino, storia fantastica (mica poi tanto) dell’infanzia di Giacomo Leopardi e dei suoi fratelli scritta da Paolo Di Paolo: le birichinate per rubare il cibo, l’odio per la minestra (scrive il piccolo Giacomo: “Ora se tu, Minestra, de’ miei versi l’oggetto/E dir di abbominarti mi apporta un gran diletto”); i giochi con fantastici burattini che si animano e diventano personaggi sulla scena della fantasia infantile; il rapporto con la natura e in particolare con la luna; il bel rapporto notturno dei bambini con il cuoco di famiglia anche lui innamorato della luna. Da parte sua, Gianni De Conno, illustratore di fama internazionale, crea con i suoi raffinati disegni meravigliose atmosfere fiabesche e lunari. Nella sua introduzione il regista Mario Martone ricorda l’amore del piccolo Giacomo per il teatro dei burattini (“Ancora oggi a Recanati è possibile vedere quei magici palcoscenici retroilluminati che incantavano i piccoli Leopardi”); inoltre egli cita una frase del poeta (“I fanciulli trovano il tutto nel nulla, gli adulti il tutto nel nulla”) per sottolineare “la ribellione di Giacomo contro gli adulti” e per ricordare che successivamente “nulla sfuggirà alla furia vitale del suo sguardo privo di ipocrisie. Coglierla da bambino è l’occasione imperdibile per cominciare ad amare il favoloso poeta”.