Carla Carotenuto
Libero Bigiaretti, Storia di sentimenti
Metauro Edizioni, 2014
Libero Bigiaretti (Matelica 1905-Roma 1993) è uno scrittore che, nella seconda metà del Novecento, ha avuto un ruolo importante per aver saputo interpretare le nuove tendenze letterarie rielaborate alla luce della tradizione. Purtroppo la memoria della sua opera letteraria e del suo impegno civile all’interno d’importanti istituzioni tende oggi a scolorirsi, per cui acquista importanza l’opera Libero Bigiaretti. Storie di sentimenti (Metauro Edizioni, Pesaro, 2014), un profilo critico messo a punto da Carla Carotenuto, docente di letteratura italiana contemporanea nell’Università di Macerata. Si tratta di uno studio molto ampio e documentato, che fa il punto sull’importanza di questo scrittore nel panorama culturale del Novecento, che mette in luce gli aspetti biografici e i caratteri umani del personaggio, fornendo anche un’ampia e aggiornata bibliografia sulla sua opera. La Carotenuto si sofferma soprattutto su quella parte della produzione dello scrittore marchigiano finora poco indagata e riguardante la “costruzione del microcosmo amoroso” che parte da Esterina (1942) per arrivare fino a I figli (1955) allo scopo di analizzare più a fondo la tematica della “dimensione amorosa” che sarà ripresa e approfondita nei romanzi degli anni ‘60/’70 con quell’impasto d’ideali e passioni presenti ne Il congresso, Le indulgenze, La controfigura e Due senza. Un contributo di particolare importanza per chi si occupa di storia del teatro è fornito dalla pubblicazione a chiusura del volume di due atti unici pressoché introvabili: Intervista con Don Giovanni (Il Caffè, 1958) e Licenza di matrimonio (Il dramma, 1968).
Libero Bigiaretti è partito presto da Matelica, per trasferirsi a Roma, dove ha fatto il suo percorso formativo come autodidatta fino ad affermarsi come uno scrittore di talento, sintetizzando il suo percorso artistico in questi versi: “Forse le Marche sono solo un sogno,/Roma una lunga e varia realtà,/Ma di queste due patrie io ho bisogno/per alternare le mie verità”. La sua città natale rimane il luogo delle sue radici mai dimenticate o rinnegate; in essa ambienta il romanzo Carlone (1950), dedica diverse poesie e scritti in prosa. Bigiaretti, che oggi appare alquanto emarginato, è autore di romanzi che tracciano un quadro approfondito della società italiana dal fascismo alla fine del Novecento. Le sue opere, nelle quali disegna una mappa dei sentimenti individuali e collettivi di un paese, rimangono straordinariamente attuali per le tematiche affrontate che possono ancora costituire materia di riflessione: la crisi dell’uomo e della donna di fronte alla solitudine, la precarietà e inautenticità dei sentimenti, l’alienazione, il tema dell’industrializzazione e delle migrazioni, la ricerca di vie di fuga in mondi che assumono una dimensione metafisica o grottesca. Una conoscenza più profonda della personalità dello scrittore, dei suo valori e dei suoi sentimenti verso la città natale e le Marche si ha dalla lettura delle raccolte di poesia, che pubblica quasi con pudore presso piccole case editrici: Ore e stagioni, LIC, Roma, 1936; Care ombre, Augustea, Roma, 1940; Lungodora, De Luca, Roma, 1955; A memoria d’uomo, Bagaloni Editore, Ancona, 1982; Posto di Blocco, Il lavoro editoriale, Ancona, 1986
di Alberto Pellegrino