di Alberto Pellegrino
Manlio Baleani, studioso marchigiano di storia, ha recentemente pubblicato un interessante saggio intitolato La Grande Guerra nella letteratura dialettale delle Marche (Deputazione di storia patria delle Marche, Ancona, 2015) dove sono presentate le composizioni poetiche di autori dialettali che hanno affrontato temi attinenti alla prima guerra mondiale e che vanno da Pesaro fino a San Benedetto del Tronto. Per ogni autore sono riportate le note biografiche riguardanti la professione, lo stile letterario adottato, le principali pubblicazioni; ogni testo è accompagnato da una traduzione in lingua italiana per facilitarne la comprensione ai non marchigiani; il volume è arricchito da numerose fotografie d’epoca e da un’esauriente bibliografia.
Accanto a testi di autori colti (il maceratese Mario Affede, il sanseverinate Vittorio Emanuele Aleandri, l’anconetano Duilio Scandali, il cuprense Elia Bonci), vi sono poeti popolari e di cantastorie, tutti viventi durante il conflitto mondiale; vi è anche un componimento La guèra der quìnnici di Claudio Principi (1921-2014), posteriore all’evento storico in questione. Tutte le poesie sono collocate all’interno di capitoli secondo un loro preciso contesto storico: La vigilia con la divisione tra interventisti e neutralisti nel 1914; Lo scoppio con la guerra sul mare e dentro le trincee; Dal fronte con la corrispondenza dei soldati, la loro presenza negli ospedali militari, il dramma dell’affondamento dell’incrociatore Amalfi; Verso la fine con la vittoria italiana, le trattative di pace, i cambiamenti provocati dalla guerra, particolarmente interessanti il lungo componimento L’Italia unita del cantastorie pesarese Pasqualon (Odoardo Giansanti).
Nel capitolo terzo In memoria viene riportata un’ampia antologia riguardante il giovane letterato volontario Manlio Marinelli di Ancona, morto sul Carso pochi mesi dopo la partenza per il fronte. Il suo amico e poeta Duilio Scandali ha dedicato a Marinelli una Trilogia di guerra (in Duilio Sandali, Tutte le poesie, Comune di Ancona, 1964) composta da 60 sonetti, che formano un vero e proprio racconto in versi (accompagnato da una specie di colonna sonora costituita dalle canzoni Quel mazzolin di fiori, O pescator dell’onde, La biondina in gondoleta). In questo poemetto si parla del dramma della guerra vissuto da tanti giovani soldati e, di riflesso, dalle loro donne: è anche la storia del bersagliere “Fefeto, el fiol de Bunbolona”; la rivalità in amore di Adele e Clelia; l’amore impossibile di Lisetta e del soldato Dante e tante altre storie d’amore e d’amicizia, di lontananze e di tradimenti, di morte fisica e spirituale.