di Oscar Mei
L’area archeologica che si trova in località Cuma, nel Comune di Monterinaldo (FM), è uno dei luoghi più suggestivi della Regione Marche per quanto attiene alle testimonianze del mondo antico giunte fino a noi. Si possono qui ammirare le imponenti rovine di un Santuario di età ellenistica (sorto tra III e II secolo a.C.) immerso totalmente in un paesaggio agreste caratterizzato da dolci rilievi collinari e dalla presenza di sorgenti d’acqua poi sacralizzate dagli abitanti del luogo. Molto probabilmente, in corrispondenza dell’area sacra, si usavano praticare riti legati alla sanatio, cioè alla guarigione tramite bagni lustrali, come documenta l’abbondante materiale votivo rinvenuto, consistente in statuette rappresentanti elementi anatomici (mani, piedi, uteri, ecc.), bovini, personaggi panneggiati, tutti databili all’età tardo-repubblicana. Non conosciamo tuttavia ancora il nome della divinità titolare del santuario, a causa della mancanza, allo stato attuale delle conoscenze, di elementi risolutivi in merito.
All’interno dell’area sacra sono stati messi in luce, in scavi ormai datati, un tempio su podio a tre celle, con colonne di ordine tuscanico e ingresso a sud, un edificio rettangolare la cui destinazione d’uso è attualmente ignota ma che potrebbe costituire un hestiatorion (edificio per banchetti sacri) e, soprattutto, un porticato monumentale che costituisce la struttura che ha più impatto visivo all’interno del santuario. Si tratta di un porticato a doppia fila di colonne, largo 10,10 m e lungo circa 65 m, con muro di fondo in blocchi squadrati di arenaria messi in opera a secco. In origine sulla fronte erano presenti 13 colonne doriche in arenaria, comprese tra due pilastri, alte 4,75 m e con fusto liscio nella parte bassa, scanalato in quella superiore; al centro erano disposte otto colonne di ordine ionico-italico, alte 6,80 m., con capitelli ionici di altissima fattura. Attualmente sono state ricollocate in situ sette colonne doriche e quattro ioniche, datate tra II e I secolo a.C.
Le trabeazioni dell’edificio templare e del porticato erano rivestite di elementi in terracotta di alta qualità artistica che, se da un lato proteggevano gli elementi lignei del tetto dalle intemperie, dall’altro ricoprivano un’importante funzione decorativa. Sono venuti alla luce numerosi frammenti di fregio con decorazioni a rilievo e altrettanto numerosi frammenti di statue frontonali (teste, panneggi, elementi anatomici), oltre ad antefisse di diversa tipologia. Molti dei frammenti in terracotta si trovano attualmente esposti presso il Museo Civico Archeologico “La Cuma” di Monterinaldo, all’interno della splendida chiesa settecentesca “del Crocifisso”, recentemente ristrutturata.
Il santuario ellenistico-italico di Monterinaldo rappresenta al di fuori di ogni dubbio una delle realtà archeologiche più importanti delle Marche e dell’intero Centro Italia; solamente una minima parte delle sue vestigia sono state riportate alla luce e sicuramente molte sorprese ancora potrebbe riservare nel futuro. Una pubblicazione adeguata del santuario ed una ripresa di scavi scientifici regolari sarebbero altamente auspicabili e renderebbero giustizia anche alle aspirazioni e alla tenacia di quanti a Monterinaldo vivono e si dedicano alla sopravvivenza del loro (e nostro) patrimonio archeologico.