Sulle tracce di San Benedetto: chiese e abbazie della Valcastoriana

di Maurizio Cinelli

La Madonna Bianca di Ancarano

La Madonna Bianca di Ancarano

La chiesa della Madonna Bianca, in prossimità della forca di Ancarano, sulla via nursina che, dall’antichità, conduceva da Spello al litorale adriatico, prende il nome dell’altorilievo in marmo bianco con sfondo azzurro, raffigurante la Madonna con il Bambino, risalente alla fine del 1400, di fattura che richiama le opere del Verrocchio. Nella chiesa si segnalano il portale tardo gotico, opera di maestri lombardi della fine del 1400; gli affreschi che si snodano a due livelli sulla parete di destra della navata, con scene della vita della Vergine; l’altare policromo del Crocefisso, datato 1513 e il grande Crocifisso ligneo di arte fiorentina del medesimo periodo; le statue lignee di San Rocco e San Sebastiano.

La chiesa di San Salvatore a Campi

La chiesa di San Salvatore a Campi

La chiesa di San Salvatore, nella piana di Campi, a circa della metà della Valcastoriana, reca tracce dell’esperienza civile e religiosa dei benedettini, e, con i numerosi rifacimenti dei quali è stata oggetto e la ricchezza delle opere d’arte che la abbelliscono, è testimonianza commovente di circa un millennio di storia e di fede. L’attuale edificio è la risultante della fusione di due strutture distinte, delle quali, la più antica, risale al 1300 e si segnala per il portale che reca l’Agnello portatore di croce, simbolo dell’ordine di San Benedetto. L’interno, suddiviso in due navate ricchissime di affreschi risalenti in gran parte al 1400, si segnala anche per la monumentale iconostasi, gli affreschi delle volte a crociera, la crocifissione di scuola riminese alle spalle dell’altare.

Nel paese che sovrasta la piana, Campi vecchio, cui si accede, dopo una lunga salita, e superando un imponente portale trecentesco, si trovano le chiese di Sant’Andrea e di Santa Maria della piazza. La prima si affaccia, con il suo arioso loggiato cinquecentesco a cinque archi, sulla piana sottostante, e si caratterizza per un elegante portale gotico datato 1570, l’altare seicentesco dedicato a Sant’Antonio di Padova, il pulpito ligneo seicentesco, il fonte battesimale. La piccola chiesa di Santa Maria in piazza (o della Misericordia) si erge poco lontano in posizione defilata, resa evidente soltanto da un portale ogivale inserito in una facciata rimaneggiata del 1500, sovrastata anch’essa dal simbolo dell’ordine di San Benedetto. All’interno, l’inaspettata visione di ricchi e vivacissimi affreschi ispirati ai Vangeli, ed altri dedicati a Sant’Antonio abate, questi raffigurato in compagnia di un irsuto maiale nero (quale quello che un tempo abitava i boschi): un simbolo, quest’ultimo, che probabilmente si riporta alla medicina del tempo, quando, sopratutto ad opera dei monaci, il grasso di maiale veniva usato per la cura del cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio”.

L'Abbazia di Sant'Eutizio in Valcastoriana

L’Abbazia di Sant’Eutizio in Valcastoriana

L’Abbazia di Sant’Eutizio, abbazia benedettina anch’essa, ha prosperato dal secolo IX al secolo XIII, raccogliendo i numerosi eremiti della zona; di essa rimane la chiesa romanica del 1200 e la coeva cripta; da segnalare il portale romanico e il rosone contornato dagli evangelisti. Della pratica chirurgica che, grazie all’allevamento dei maiali e alla lavorazione delle relative carni che si diffusero e fiorirono nella zona fin da tempi risalenti, sono testimonianza anche gli antichi ferri chirurgici conservati, insieme a suppellettili religiose e dipinti, nell’annesso museo.

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