Via i mezzi pesanti dal molo Rizzo e valorizzazione della scultura di Aligi Sassu davanti alla Muse. Si concretizzano le anticipazioni e i progetti per una maggior apertura del porto alla città e un nuovo dialogo avviato con l’arte, che ha trovato un ideale collegamento con la recente inaugurazione della “Fontana dei due soli” accanto all’Arco di Traiano e all’arco Clementino nel porto antico di Ancona.
I progetti sono stati illustrati nell’incontro promosso dall’Associazione culturale “Le Cento Città” venerdì sera nella sala conferenze del Museo archeologico nazionale delle Marche nel corso degli interventi del presidente dell’Autorità di Sistema del Mare Adriatico centrale Rodolfo Giampieri, del noto gallerista d’arte Giancarlo Gioacchini e dell’archeologa Stefania Sebastiani che ha ripercorso tutta la storia del patrimonio artistico e monumentale che si affaccia sul porto, delineandone i cambiamenti e lo sviluppo dello scalo nei secoli.
Un excursus di grande interesse e un confronto tra il classico e il contemporaneo presieduto dall’attuale responsabile del “Le Cento Città” Marco Belogi e coordinato dal giornalista Dario De Liberato.
Il presidente dell’Autorità portuale Giampieri ha confermato gli impegni:
nel 2018 è previsto lo spostamento dei mezzi pesanti dal molo Rizzo unitamente alla dogana nello scalo Marotti. Un progetto che aumenterà la competitività del porto di Ancona sull’Adriatico e “permetterà – ha detto il presidente – di abbattere l’inquinamento dello scalo risparmiando oltre 60mila km di tragitti all’anno”.
L’evoluzione, la trasformazione del porto, iniziata con il progressivo spostamento delle attività commerciali, con le demolizioni delle gru e la rimozione delle reti del porto antico, la realizzazione della nuova passeggiata per la Lanterna rossa e ora la coraggiosa installazione dell’opera scultura di Enzo Cucchi, continua. Lo ha ribadito Giampieri davanti agli oltre cento partecipanti all’incontro, tra cui il fondatore dell’Associazione e della rivista professor Giovanni Danieli.
E la “Fontana” di Cucchi rientra a pieno titolo in questo progetto. Per un porto che vuole assumere un ruolo di maggior importanza, quale miglior biglietto da visita se non l’opera di un artista di fama internazionale? La sua scultura si intitola la “Fontana dei due soli” ma si può leggere anche “Fontana dell’accoglienza”, così chiamata dalla rivista trimestrale de “Le Cento Città” che ha dedicato proprio alla “creatura” di Cucchi un ampio servizio e la copertina del suo ultimo numero.
Giampieri, a margine dell’incontro, ha confidato che Fontana dell’accoglienza era uno dei nomi ipotizzati. Poi è stata preferita “La Fontana dei due soli” perché rappresenta la peculiarità di Ancona, disposta a “gomito”, cioè la capacità di poter assistere all’alba e al tramonto. Peculiarità che anche altre realtà, come Pesaro, vorrebbero. Una concorrenza a distanza.
Perché Fontana dell’accoglienza? Perché, come ha detto l’artista stesso, non vuol essere solo un’opera da ammirare ma da vivere, da toccare, da percorrere; perché apre ancor più il porto alla città e ai suoi visitatori, e le migliaia di curiosi nel giorno dell’inaugurazione lo hanno dimostrato: si sono subito impossessati dell’opera; perché accoglie una nuova idea del porto, un’apertura culturale. E perché ricuce il rapporto tra Ancona e Cucchi, non sempre facile. Anzi.
C’è voluta tutta la pazienza e la capacità di Giancarlo Gioacchini a convincere l’artista: “All’inizio – ha raccontato – era scettico. Diffidente. Non voleva. Il suo rapporto con Ancona era pessimo. Anzi, lo aveva tagliato. Non si fidava. Un altro suo progetto artistico per Ancona non è andato a buon fine. Poi pian piano sono riuscito a convincerlo, sia della bontà che dell’importanza dell’operazione. Alla fine, lo avete visto tutti, era commosso. Nella serata dell’inaugurazione,davanti a tanta gente, era visibilmente commosso”.
Ora Gioacchini è impegnato in un’ulteriore operazione che coinvolge un altro artista di fama internazionale: Aligi Sassu. Il suo “Grande Cavallo reale”, opera di bronzo alta tre metri, sarà collocato davanti al teatro delle Muse, sulla destra guardando l’ingresso. Un’altra visibilità, che valorizzerà sia l’opera sia il luogo. Il progetto, come è stato riferito nell’incontro de “Le Cento Città”, sembra ormai concretizzabile – si parla anche in questo caso del 2018 – ed è al vaglio dell’amministrazione comunale insieme ad una revisione dell’area davanti al teatro. Un ulteriore tassello nel nuovo asse Porto-Passetto.
Foto in alto: Da sinistra Stefania Sebastiani archeologa, Rodolfo Giampieri presidente Autorità portuale, Marco Belogi presidente Le Cento Città e Giancarlo Gioacchini (in piedi) gallerista d’arte