a cura di Marco Belogi
Fano, terza città delle Marche con i suoi oltre sessantamila abitanti, si estende sul versante nord della foce del Metauro , fiume strettamente correlato alla sua storia e lungo la valle del quale si snoda la strada consolare Flaminia ,aperta da Gaio Flaminio nel 220 a. C., asse viario di grande importanza per i collegamenti tra Roma, l’Italia settentrionale e l’Europa centro orientale. La denominazione più antica della città riporta alle origini romane, al tempio della dea fortuna Fanum Fortunae, piccolo sacello eretto a ricordo della famosa battaglia del Metauro avvenuta nel 207 a. C. quando le legioni romane sconfissero l’esercito cartaginese di Asdrubale. Le vestigia romane rimangono sepolte sotto l’odierno centro cittadino ad una profondità di circa 6 metri, di cui solo alcuni tratti , come l’anfiteatro e il tempio vitruviano , sono visitabili. Frammenti di mosaici ed altri manufatti sono oggi esposti nella sezione archeologica della pinacoteca civica. Una parte importante delle mura di cinta sono invece ancora ben visibili ed insieme all’Arco d’Augusto rendono Fano la città più romana della regione .
Dopo il periodo romano fece parte della Pentapoli Marittima, fu libero comune , conobbe la signoria dei Malatesta ,fino a giungere nel 1463 alla libertas ecclesiastica che perdurò fino all’epoca rinascimentale.
Una città ,dunque, direttamente soggetta per molti secoli alla Santa Sede , dove trovarono accoglienza quasi tutti gli ordini religiosi: benedettini , francescani , domenicani, agostiniani, gesuiti, filippini, carmelitani. La presenza di queste comunità giustifica le numerose chiese all’interno della cinta muraria, alcune delle quali conservano testimonianze pittoriche di grande rilievo come quelle di Perugino, Santi , Domenichino, Carracci, Guercino, Reni, Guerrieri, Cantarini , Ceccarini , solo per ricordare le maggiori.
La basilica cattedrale , risalente al secolo XI, con facciata tipicamente romanica , al suo interno conserva degli altorilievi , provenienti dalla precedente chiesa del VIII secolo distrutta da un incendio, riuniti in un imponente pulpito.
Nella basilica di San Paterniano c’è ancora l’antico sarcofago, che per secoli ha custodito le spoglie del santo patrono, risalente al IV secolo.
Cuore della città è la piazza maggiore in cui si affaccia il Palazzo della Regione, squisitamente duecentesco, dove nell’aprile 1317 il cardinale Egidio Albornoz radunò il parlamento della Marca per emanare le costituzioni Egidiane, divenute legge per i comuni dello stato ecclesiastico, la Torre Comunale e l’entrata attraverso l’Arco Borgia Cibo al Palazzo Malatestiano , ora Pinacoteca civica, e la monumentale Fontana della Fortuna costruita nel 1550.
Dopo l’Arco d’Augusto, il palazzo della Ragione è il monumento più importante di Fano. Una iscrizione a caratteri gotici, scolpita in una pietra di un angolo del palazzo, riporta che fu eretto nel 1299 al tempo di papa Bonifacio VIII, sotto la podesteria di Bernabò Lando, piacentino. Esso ricorda appunto il palazzo di Piacenza ,di poco più antico.
Tra i monumenti più visitati ci sono le Tombe dei Malatesta collocate nel portico della chiesa di San Francesco, splendido esempio di scultura rinascimentale che ebbe tra gli interpreti principali Leon Battista Alberti.
Lungo l’attuale via Nolfi, già strada maggiore, si affacciano i palazzi nobiliari più importanti della città, che conservano tutto il fascino di questa antica città che tanta parte ha avuto nella storia civile e religiosa della Marca.
APPROFONDIMENTI
La Cappella Nolfi nel Duomo di Fano e gli affreschi del Domenichino