di Maria Luisa Polichetti
La Chiesa di Santa Maria della Piazza costituisce un esempio di particolare significatività sia per il suo valore architettonico,sia per il suo valore testimoniale sulle origini del Cristianesimo nella città di Ancona. Sorta alla fine del XII secolo sui resti della chiesa dedicata a Santo Stefano,il primo martire cristiano la cui reliquia e’ conservata nel Museo Diocesano,rappresenta la continuità storica della religione cristiana espressa attraverso i monumenti che sono a noi pervenuti ed è al tempo stesso documento dell’evolversi della storia della citta’.
Secondo la tradizione, e soprattutto secondo la testimonianza di Sant’Agostino, lo sviluppo del Cristianesimo ad Ancona e’ legato al culto del Protomartire Stefano ed il luogo dove ebbe sede la prima comunità deve essere identificato, nei pressi di una zona cimiteriale al di fuori delle mura di cinta della città romana, in alcuni ambienti parzialmente ancora visibili, presumibilmente in origine adibiti a residenza. In questo luogo nel IV secolo sui resti di una” memoria” venne costruita la chiesa intitolata al Santo ed eretta Cattedrale della città ,come hanno dimostrato gli studi condotti dalle Soprintendenze ai Monumenti e all’Archeologia in occasione degli importanti restauri effettuati dopo il terremoto che aveva colpito la città nel 1972. In quella sede fu definitivamente delineata la storia delle origini e dell’evoluzione della funzione e della struttura del complesso monumentale. I restauri hanno restituito alla città l’intero impianto della primitiva chiesa paleocristiana:un edificio a tre navate, divise da colonne, originariamente con una sola abside recante ancora i resti dei subselia, ossia i sedili sui quali prendevano posto i celebranti,al centro di essi e’ il luogo della sedia vescovile come risulta dal disegno del sottostante mosaico pavimentale. Davanti all’abside sono ben conservate le tracce dell’imposta dell’altare a pianta quadrangolare:al loro interno e’presente un incavo rettangolare dove, come di consuetudine, erano custodite le reliquie del Santo a cui era dedicata la chiesa:in questo caso Santo Stefano.Il pavimento appartenente alla prima fase costruttiva della chiesa e’ricoperto da raffinati mosaici con disegni di tipo geometrico riproducenti schemi propri dell’arte romana del periodo;un secondo strato musivo, collocato circa 25 cm al di sopra del primo strato, risalente al VI secolo,manifesta una fattura meno classicheggiante ma egualmente di grande suggestione. La ricostruzione del pavimento e’presumibilmente legata ai restauri resisi necessari dopo i danni prodotti a tutta la città dall’invasione dei Goti .Dopo il VII secolo venne costruita una seconda abside in corrispondenza della navata laterale e decorata con affreschi di derivazione romana successivamente ricoperti in due diversi periodi ,relativamente vicini fra loro, da altri affreschi connotati da influssi dell’arte bizantina che, a partire da tale periodo, si andava sviluppando ad Ancona. E’ possibile avanzare l’ipotesi che tale abside abbia contenuto le reliquie di San Ciriaco giunte nella città dall’Oriente e trasferite successivamente nella chiesa dedicata a San Lorenzo costruita sul colle Marano,l’attuale colle Guasco, dotata di migliori possibilità di difesa e che nell’XI secolo divenne la nuova Cattedrale della città.
Inizia allora la decadenza e quindi l’abbandono dell’antica Chiesa di Santo Stefano, soggetta a gravi crolli prodotti da vari terremoti,ma ne rimane sempre viva la memoria per l’importanza del sito che continua a rivestire un ruolo particolarmente significativo per la vita della comunità cittadina. Sulle sue rovine, fra i secoli XI e XII viene costruita una nuova chiesa dedicata alla Vergine e successivamente ampliata,come può leggersi nell’iscrizione presente sull’architrave del portale principale:nel 1210 Magister Filippo è l’architetto che ha dato al nuovo edificio la sua configurazione formale definitiva secondo semplici forme proprie dell’arte romanica ed ha realizzato l’apparato decorativo della facciata costituito da arcatelle cieche, poste su di un precedente semplice paramento in pietra del Conero, dove campeggia lo splendido gruppo dell’Annunciazione realizzato,come il resto della nuova facciata, mediante il reimpiego di resti architettonici e decorativi provenienti dall’edificio precedente L’impianto basilicale,a tre navate con copertura lignea,ripropone l’impianto dell’antica basilica paleocristiana ed e’ caratterizzato da una sequenza di pilastri ottagonali in pietra con capitelli di semplici forme geometriche. Nel 1223 venne realizzata la sistemazione della zona absidale con la creazione di tre nuove campate poste come zone terminali delle navate esistenti quasi a costituire una sorta di transetto con copertura a crociera .
L’edificio, pur rimanendo sempre dedicato a Maria, ha assunto nel tempo diverse titolazioni:Santa Maria del Canneto,presumibilmente a causa della presenza di acquitrini per la sua vicinanza al mare,Santa Maria del Mercato,in relazione alla sua ubicazione in una zona tradizionalmente dedicata al traffico delle merci. In prossimità di questo luogo venne istituita la dogana,qui si attestavano le botteghe e le residenze dei mercanti e qui nel 1443 i mercanti costruirono la loro Loggia,luogo di rappresentanza della corporazione. La definitiva denominazione:Santa Maria della Piazza,testimonia nel tempo il permanere del ruolo urbano assunto dalla chiesa fin dalla sua origine nei confronti della città e della stessa comunità anconetana.